Buone notizie


Il Paese dei Balocchi

Buone notizie

La “cattiva” notizia, quella che arriva come un fulmine a ciel sereno e squarcia il velo della quotidianità, è indubbiamente molto potente perché sollecita il nostro mondo emotivo, evocando con forza stati d’animo come la paura, la rabbia, lo sconforto, la delusione in un mix di frenetica curiosità e impotenza, piuttosto affascinante. La “buona” notizia di qualunque natura essa sia, sembra avere lo status di figlia di un Dio minore, un po’ sorniona, si affaccia timidamente alla nostra attenzione e scivola via senza aver lasciato il segno se non qualche sorriso di approvazione. La tragedia ci cattura più del lieto fine e sgretola lo spessore delle “buone nuove”, togliendo spazio al coinvolgimento individuale. Come riscoprire il gusto per le iniziative, i progetti, le attività che parlano di cose buone, in termini positivi non necessariamente sensazionalisti o irrimediabilmente drammatici? Come liberare la buona notizia dalla prigionia della noia? Questa è la riflessione che vogliamo sottolineare al mondo dell’informazione, che ha i mezzi per rendere emotivamente coinvolgente ogni tipo di narrazione, e alle singole persone, come invito ad ampliare lo spettro dell’attenzione nella valorizzazione di notizie che raccontano il lato bello della vita fatto anche di lotta, riscatto, innovazione, coraggio, fiducia, lungimiranza. Non è un caso che un saluto popolare reciti: “Buone cose a te e famiglia”, in fondo è questo ciò che desideriamo.

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